Gairo Vecchio e Osini Paesi Fantasma
Gairo Vecchio è tra i luoghi più suggestivi dell’Ogliastra, un punto di riferimento per chi vuole conoscere più nel profondo la nostra terra attraverso un luogo rimasto fermo al 1951, anno della grande alluvione.
La sua origine è lontana nel tempo anche se i primi cenni storici risalgono al solo periodo medioevale, quando ancora l’Ogliastra era un Giudicato minore.
Gairo fu costruita sul costone del monte Trunconi sopra la vallata del Rio Pardu un’area che è sempre stata soggetta a piccoli smottamenti e frane. Eventi a cui gli abitanti erano abituati e che negli ultimi anni che precedettero l’alluvione si fecero più frequenti. Tuttavia nessuna di queste fu così violenta o ritenuta pericolosa da spingere gli abitanti a lasciare le proprie case. Ma dopo la notte del 1951 tutto questo cambiò.
In quella notte la pioggia si abbatté sul paese come mai era successo prima. L’acqua spinta con violenza dal vento contro le abitazioni risuonava per tutta la valle e mentre le vie si trasformarono in ruscelli dalle rapide dirompenti il paese iniziò a scivolare ineluttabilmente verso il basso.
Gli animali da cortile furono le prime vittime alcuni annegarono nelle piccole corti interne altri vennero trascinati ai piedi della montagna. Le case più deboli crollarono, quelle che resistettero furono sventrate dal fango ghiaioso ma riuscirono a sopravvivere e restando aggrappate alla montagna.
Il diluvio era incessante e sembrava non avere fine. All’alba il sole non si vide, una lieve luce che filtrava dalle nuvole minacciose permise agli abitanti di capire cosa era accaduto nella notte. Il mattino fu la conta dei danni, le persone che avevano subito meno perdite cercarono di recuperare il cibo necessario per i giorni avvenire. Ritrovarono gli animali sopravvissuti e li portarono al sicuro. Molti furono costretti a chiedere ospitalità presso familiari e amici. Più tardi nel primo pomeriggio il sole fece la sua comparsa sancendo la pace tra cielo e terra.
Quasi tutti gli abitanti di Gairo decisero di abbandonare il paese che alla luce dei fatti risultava essere poco sicuro e diedero vita a tre nuovi villaggi. A valle nacque Cardedu con la rispettiva marina e a monte vennero fondati Gairo Sant’Elena e Gairo Taquisara.
La stessa sorte toccò a Osini, anche questo villaggio che dista pochissimi chilometri da Gairo fu vittima della stessa alluvione. I suoi abitanti hanno ricostruito le abitazioni poco sopra dove il terreno è più stabile. Le case di Osini Vecchio sono abbandonate.
Gairo Vecchio si svuotò definitivamente nel decennio successivo dando vita a quello che è oggi, un paese abitato da case vuote. Molte delle strutture sono ormai in macerie e a tratti pericolanti tanto che è rischioso entrare al loro interno. Tuttavia le strade sono sicure.
Impalcature e strutture di supporto mettono in sicurezza il villaggio. Visitare il sito è piacevole come anche calpestare le vecchie strade silenti un tempo pulsanti di vita. Anche la RAI con il programma Ghost Town ha dedicato lo spazio di una puntata al villaggio di Gairo e alla sua tragedia.
Il futuro di Gairo come quello di Osini fu di trasformarsi in paesi fantasma, vuoti ma ravvivati dai tanti turisti che affascinati dal luogo rendono questi paesi sempre più vivo.